Fiutando l'aria di invettive di questo blog alcune accanite lettrici hanno colto l'occasione per togliersi certi pruriti..
Chiaramente non potevo non offrire il mio asilo ad una fanciulla che quando si sfoga è più velenosa dell'aspide che morse Cleopatra. In questo saggio che mi ha mandato è capace di adoperare le più taglienti espressioni verbali per demolire l'idolo di tutti i bambini... il creatore di E.T.
Godete:
Spielberg minaccia la mia epidermide.
Ormai è un dato di fatto, e per quanto mi sforzi non riesco più a trattenermi dal mostrare il mio dissenso.
D'altronde è un hollywoodiano, perfettamente incastrato nell’ingranaggio del “film da vendere e per vendere”, ripiegato sui suoi clichè (eccome se ne ha!) tipicamente nord-americani e quasi incapace di sorprendere.
Perché dovrei amarlo? Solo perché è SPIELBERG? Solo perché ogni tanto sforna una pellicola tenuemente impegnata, o perché tecnicamente sa il fatto suo? Ormai lo dico con sicurezza, il caro Stewie è un artigiano, non un autore.
Forse c’è stato un tempo in cui è riuscito a darmela a bere, o in cui la sua opera poteva considerarsi pienamente artistica anche se immersa nel circuito commerciale (vedi quello che succede con Eastwood o Penn, che sanno benissimo di non potersi considerare indipendenti).
Ora basta, questo Munich è stata la goccia nel cesso già intasato! Durante le due ora e mezza di proiezione, le bolle aumentavano copiose su tutta la mia superficie corporea, e per quanto cercassi di grattarle via concentrandomi su gli aspetti più spettacolari del film, niente, il disagio cresceva senza alcun ritegno.
Il motivo è semplice: Munich è un bel film. Aspetta! Che ho detto? Ehi, ma non avevo appena scritto che Stewie è un lurido?? Certo, e lo penso ancora! E allora? Sta proprio qui il nocciolo della questione.
Munich è altissimo intrattenimento. Bella fotografia, bravi interpreti e ottima sceneggiatura. Passa facilmente dall’ironia al dramma senza risultare stucchevole o patetico (cosa che per il nostro tarpone occhialuto non è del tutto scontata…se penso ad AI rimetto le mie interiora).
Il tempo passa in fretta, le scene d’azione sono coinvolgenti ma non enfatizzate, così da far comprendere allo spettatore un po’ più accorto che azione e violenza non sono le protagoniste dello schermo, ma che sono invece mezzi per parlare di qualcos’altro.
Questo altro è la stanchezza per la guerra di Bush, la guerra in Terra Santa tra Israeliani e Arabi, la guerra tra superpotenze, e chi più ne ha più ne metta. In Munich, la fanno da ladroni sia gli ebrei che i musulmani: i primi, freddi calcolatori e civili esecutori; i secondi, impulsivi terroristi e organizzatissimi assassini.
E’ un film che porta agli occhi del pubblico della domenica la responsabilità di Israele nelle stragi del medioriente, e mostra chiaramente che non è importante di che fazione tu sia, se sei un pazzo invasato lo sei e basta (vedi, verso la fine, la conversazione tra il protagonista e la madre, dalla quale lui esce abbastanza perplesso).
Insomma, di che caspita mi lamento?? Non ho forse speso bene i miei sette euro ?? Non mi fa forse piacere che qualcuno cerchi di sensibilizzare il popolino a certe spinose questioni??
Sì, e quest’ultima è l’unica cosa che mi trattiene dal ricoprire di sterco Spielberg e tutta la sua discendenza.
Perché in realtà, sensibilizzazione da quattro palanche e belle lodi a parte, Munich non è niente più che un bel film di spionaggio, con tanto di eroe fico (tanto da andare al cinema solo per lui) che è pure tenero e fedele alla moglie.
Bello, responsabile, onesto, generoso, profondo e tormentato, il nostro sicario di Sion scoprirà il vero significato delle parole “casa” e “fedeltà” dopo aver provato sulla propria pelle che la violenza genera solo altra violenza e che quello su cui punti la pistola sei tu stesso sull’altra riva del fiume. La guerra di Piero, insomma.
Tutto questo confezionato in stile action movie con tanto di caratterizzazioni che creano aloni mitologici attorno ad alcuni personaggi.
C’è più di qualcosa che non convince.
Quello che davvero m’infastidisce è questo ballo del potere (come diceva Battiato, un po’ di qua, un po’ di là) alla ricerca del consenso dei buonini.
Stewie si alza una mattina e dice: “Bene, c’ho una voglia.
Mi va di fare un film serio, ma non troppo. Sarò impegnato e persino controcorrente: scopro le chiappe ai miei compagni di Talmud.
Sì, fico! Li faccio rimanere tutti di stucco con la mia critica ad Israele…Aspetta, però….io non so fare film davvero impegnati! E poi devo vendere! Ok, faccio uno spy movie per tutti i gusti e lo ricopro di glassa alla denuncia! Che ne dici cara, così resto in vetta? Ehi! Che fine ha fatto il mio sciroppo d’acero??”.
Così tutti vanno a vedere Munich e pensano che quello sia fare della denuncia, e intanto i film di Rosi e compagnia bella marciscono negli scaffali di qualche obsoleta videoteca di provincia.
Ecco perché ce l’ho con Splielberg: perché se da un lato rende accessibile il film-accusa, dall’altro lo svuota di profondità cancellando quel realismo documentaristico e confuso che tanto si addice alle situazioni poco chiare e stracolme di zone buie.
In Munich tutto è limpido e privo di contatto con la realtà contemporanea e storica (è anche tutto inventato, il che non sarebbe un problema se il film non rimanesse in bilico tra favolone d’avventura e grisbì impegnato).
Ho l’impressione che Stewie diriga dal suo iperuranio patinato: sa bene cos’è l’attualità (quella del tg, quella di moda, per intenderci) ma non riesce a farle mettere radici nella storia dell’umanità. Certo che sa fare il suo mestiere, ovvio! E lo fa così bene che dai tempi di Schindler’s list c’infinocchia con i suoi mallopponi buonisti e equilibratissimi, e tutti siamo contenti!
Mah…io mi sono stancata. Se tollero costui, che gli faccio a Clooney, un altare in pelle umana?? Mr. Martini almeno è chiaro e, quantomeno per ora, non cerca il consenso di nessuno, nemmeno del pubblico.
Stewie, torna a far arrossare il culo agli extraterresti o a catapultare Tom il Nano in qualche lontano mondo futuro, perché in quello reale cuoci e ricuoci lo stesso polpettone.
Chiedo venia per lo sfogo logorroico e un tantino sovradosato, ma quando ce vò ce vò!
Che chi gli porta il caffè sul set si lasci sfuggire di mano un potente lassativo!!!!
Un grazie alla mia amica Eleonora che ci ha aperto gli occhi su Spielberg!!
Ah mandandomi una mail mi ha chiesto:"affibbiami un nome, che ne so Cinetica, Cinecinica, Cibuzzalalalalalmenammnana na na na , boooo.sti gazzi remix".
Felice di averti accontetata :p